Biblioteca Civica Bertoliana

Novità

La nebbia e il fuoco

La nebbia e il fuoco

Sotto il cielo grigio di Alessandria, il narratore incontra Gepi, un vecchio amico che gli si avvicina spingendo a mano la bicicletta e, con l’indifferenza tipica di quella città, gli racconta una vecchia storia dimenticata: Aldo, l’amato e stimato professore d’inglese del liceo, aveva fatto parte della Resistenza. “Era una testa calda,” continua Gepi. “Si dice che partecipò a una spedizione dove venne ucciso un colonnello. Anche se doveva essere solo un’azione dimostrativa. Le cose andarono diversamente. Aldo aveva diciannove anni.” Inizia così per il narratore – che se n’è andato da Alessandria ormai da molti anni e nel frattempo è diventato uno scrittore e un intellettuale – un viaggio nella memoria, storica e personale. In quella città antieroica, quasi priva di misteri, il passato del professore sembra invece inafferrabile. Aveva davvero fatto parte di quella spedizione? Impossibile ricostruire con certezza, eppure in fondo ciò che importa non è tanto arrivare a quella verità, quanto ripercorrere i luoghi della memoria per arrivare alla memoria dei luoghi. Il cuore dell’indagine letteraria di Cotroneo in "La nebbia e il fuoco" è la figura di un professore capace di insegnare senza retorica, di trasmettere un pensiero critico restando sempre defilato. “Se oggi penso a uomini come come Aldo,” scrive l’autore, “penso che si era in una vera e propria antropologia diversa. Quelli come lui erano un’altra specie di uomini.” Uomini capaci di infondere la passione civile attraverso la misura e il silenzio.

Il tallone da killer

Il tallone da killer

Il Biondo e Quello con la cravatta sono due soci ben affiatati, artigiani meticolosi e molto richiesti: sono killer che eliminano la gente a pagamento. Si comportano secondo un'etica del lavoro calvinista, guidati dalla razionalità dell'imprenditore previdente, alle prese con la concorrenza, le insidie del mercato, le spese di gestione, attenti alla sicurezza sul lavoro. Un giorno al Biondo e a Quello con la cravatta capita un incarico che richiede un salto di qualità. Non si tratta stavolta di servire la solita clientela media: l'obiettivo è un arcimilionario, un esponente dell'altissima finanza che vive in una favolosa non-zona sospesa tra Londra e Milano. Una preziosa occasione - riflettono i due soci -di passare dalla gestione ordinaria agli omicidi di alta gamma, perché «il comparto che non conosce crisi è quello del lusso, quindi conviene di più ammazzare i ricchi». Serena Bertamé, un sogno di signora che vuole morto l'amante Andrea De Carli, padre naturale di suo figlio, pare la cliente ideale per un riposizionamento sul mercato e un sostanzioso adeguamento delle tariffe. Incassato l'anticipo, però, piovono le complicazioni, i contrattempi, le difficoltà impreviste, in un ottovolante di equivoci, colpi di scena, incidenti, avventure e sconvolgimenti vertiginosamente intrecciati, in ambienti esclusivi ed extra lusso dove si mischiano fondi di investimento e realtà inconfessabili. Con i suoi killer dalla battuta pronta, già comparsi in un romanzo e in alcuni racconti, Alessandro Robecchi crea una commedia esilarante e nerissima, intrisa di acida ironia e di una sferzante denuncia della disperazione sociale dei nostri tempi.

Il segreto delle api

Il segreto delle api

Un antico villaggio nel Sud del Marocco. Un bambino costretto a crescere troppo in fretta. Un segreto di famiglia che pesa più di una maledizione. Quando le urla di sua madre risuonano per il villaggio, Anir vorrebbe tapparsi le orecchie e fuggire, lontano da casa e dalla cattiveria dei compagni che, dopo la scuola, gli tirano i sassi chiamandolo «figlio dell'indemoniata». Da quando è nato, infatti, sua madre vive alienata dal mondo, mentre suo padre si è trasferito in città, sperando di dare un avvenire più sereno alla famiglia. Così Anir trascorre gran parte delle sue giornate da solo, a inseguire le lucertole, a imitare il volo dei falchi o a giocare con l'argilla rosso vivo di quella regione arsa dal sole, alle pendici dell'Alto Atlante. Soprattutto, però, si sofferma vicino al grande apiario sacro, dove il nonno gli insegna a scacciare il dispiacere aggrappandosi alla terra, a prendersi cura delle arnie di famiglia e gli racconta la storia leggendaria di quel luogo antico e prezioso, che da generazioni dà sussistenza al villaggio e ne scandisce i ritmi. Finché un giorno le api non cominciano a morire e la terra a creparsi, e tra la gente si fanno sempre più insistenti le accuse contro quella forestiera che ha portato la maledizione degli avi su tutti loro. Tocca ad Anir, allora, difendere la madre, una donna che ha rinunciato a tutto per amore e la cui unica colpa è quella di convivere con un dolore troppo grande. Un dolore che sembra attenuarsi solo di notte, quando lei si reca di nascosto all'apiario sacro, custode di rimpianti e di segreti. E sarà proprio là, dove tutto è iniziato, che Anir troverà le risposte per curare non solo le api, ma anche il cuore ferito della sua famiglia. Una storia profonda e poetica, raccontata attraverso lo sguardo limpido e fantasioso di un bambino. Una favola che ci ricorda l'importanza dei legami famigliari e la forza che ci danno per superare ogni ostacolo.  

La mia più oscura preghiera

La mia più oscura preghiera

"Mi occupo dei corpi." È così che Nathan Waymaker risponde quando gli chiedono che lavoro fa. Ex marine, ex vice sceriffo, ora lavora nell'agenzia funebre del cugino a Queen County, Virginia. Ma chi lo conosce sa che non è solo un becchino: se la polizia non vuole o non può aiutarti, è lui l'uomo giusto a cui rivolgersi. Quando il reverendo Esau Watkins viene trovato morto, alcuni fedeli della sua chiesa gli chiedono di indagare. Ma a Queen County, Virginia, la giustizia ha molte facce e quasi nessuna è pulita. Quello che sembra un facile lavoretto si trasforma presto in una spirale di caos nei meandri più torbidi della provincia americana, tra gangster dilettanti, spietati signori del crimine, prostitute, poliziotti corrotti e un predicatore tanto carismatico quanto pericoloso. Mentre gli intrighi si infittiscono, Nathan dovrà muoversi con astuzia tra le ombre della corruzione e i fantasmi del proprio passato, per portare alla luce una verità che molti preferirebbero lasciare sepolta. Perché a Queen County tutto si paga, e il prezzo della verità è il più alto di tutti. Con "La mia più oscura preghiera", il suo romanzo d'esordio, S.A. Cosby getta il lettore nel cuore oscuro del Sud degli Stati Uniti, in una storia feroce e serrata, tra crimine, redenzione e violenza. Un noir sporco e implacabile, che segna l'inizio di quella che, con "Legittima vendetta" e "Il sangue dei peccatori", si è imposta come una delle voci più originali del crime contemporaneo.

Bel modo di morire

Bel modo di morire

Mi chiamo Anthony Wistern e sono ricco, potente e con un talento speciale nel raccogliere nemici (e amanti) come altri collezionano orologi di lusso. Sfortunatamente, sono anche morto. No, non nel senso metaforico del “sto morendo di noia” (anche se, onestamente, certe conversazioni a cena con mia moglie si avvicinavano molto). No, io sono morto sul serio, e in grande stile, durante la sfarzosissima festa per il mio sessantesimo compleanno. Uno di quegli eventi esclusivi che finiscono sui giornali, anche se di solito non nella sezione cronaca nera. E invece eccomi qui, protagonista della serata, non per il brillante discorso di ringraziamento che avrei dovuto fare, ma per il modo cruento in cui sono stato eliminato. Ora, la vera domanda è: chi ha deciso di rovinare la festa? Mia moglie Olivia, troppo ossessionata dalle apparenze per sporcarsi le mani, ma abbastanza motivata da delegare? Uno dei miei adorabili figli che hanno già il canino insanguinato per l'eredità? O qualche ospite risentito, nascosto tra i finti sorrisi e i bicchieri di champagne? Mentre il mio corpo si raffredda più in fretta dei mini soufflé al caviale, la mia famiglia si scatena in una lotta senza esclusione di colpi per il mio patrimonio. Tra ipocrisie, vendette e segreti che sarebbe stato meglio lasciare sepolti (letteralmente, nel mio caso), la festa continua… solo senza di me. Per fortuna, c'è la Segugia, una content creator ossessionata dal true crime che vuole proprio risolvere il caso…

Prendersi tutto

Prendersi tutto

Sognatore, donnaiolo, esule, lavapiatti, armatore, greco, turco, marito infedele, amante generoso. Uno tra gli uomini più ricchi del mondo. Chi fu Aristotele Onassis? Nei suoi quasi settant’anni di vita costruì un impero, comprò un’isola, strinse amicizia con alcuni degli uomini più potenti del mondo, Churchill su tutti, inventò Montecarlo, fece cadere ai suoi piedi, lui non bello, donne dal fascino straordinario. Ma vide anche il suo futuro ridotto in cenere nel drammatico incendio di Smirne, si reinventò la vita salpando, solo e senza un soldo, per l’Argentina, soffrì per la sua Grecia dilaniata dalla Seconda guerra mondiale, sopravvisse a un figlio amatissimo, conobbe l’apice del successo e l’abisso della solitudine di tutti gli uomini unici. Aristotele Onassis ebbe molte vite, tutte vissute pienamente, e desideri infiniti, nessuno dei quali rimase un sogno astratto, perché tutti diventarono progetti da realizzare, soldi e potere da accumulare. Amò, amato a sua volta: la divina Callas, alla quale lo legò sempre un sentimento tenero e insieme furibondo, e Jackie, l’imperscrutabile e algida regina da mostrare come un trofeo, furono solo due delle molte donne a cui ghermì il cuore. Onassis della vita voleva prendersi tutto. E sicuramente ci riuscì. Anche se il prezzo da pagare in cambio fu molto, forse troppo alto. Anna Folli dipinge in ogni sua sfumatura il ritratto di Aristotele Onassis, in questa tragedia classica il cui eroe è immortale eppure irrimediabilmente umano. Il romanzo di una vita eccezionale.

La strada giovane

La strada giovane

Nino, giovane panettiere siciliano, viene catturato dopo l’8 settembre. Dell’armistizio non ha capito granché, credeva che i tedeschi lo rispedissero a casa dalla sua famiglia, nelle Madonie, invece quel treno lo ha portato in un campo di prigionia oltre le Alpi, a patire fame, freddo e paura. Nino è un IMI, un internato militare, senza nemmeno i diritti di un prigioniero. Qualche conforto gli viene dall’amicizia con Lorenzo, un giovane toscano spigliato, che con lui lavora nelle cucine governate dal Piemontese, un gigantesco macellaio. Insieme, i tre colgono l’occasione dello scompiglio per i festeggiamenti di capodanno del ’44 per fuggire. Ma fuori il freddo, la fame e la paura non mordono meno: orientarsi non è semplice, trovare cibo e riparo è un’impresa, e la gente è terrorizzata e feroce. La Sicilia sembra irraggiungibile e Nino lascia sul terreno, chilometro dopo chilometro, innocenza e giovinezza. Eppure, a sorreggerlo nel suo interminabile viaggio attraverso i territori occupati dai nazisti, dove combattono le bande partigiane e continuano i bombardamenti, e poi nella devastazione di un Sud martoriato dall’avanzata degli Alleati, c’è il ricordo della bellezza, il calore degli affetti. Mentre si nutre con le lumache rosse che emergono dal terreno dopo la pioggia, emergono anche le sue memorie: la festa del Santo a Ferragosto, il profumo di burro e vaniglia dei biscotti preparati dal padre, il sapore dei babbaluci in umido, l’emozione della Targa Florio, la celebre corsa automobilistica. E il calore dei baci di Maria Assunta che, forse, lo sta ancora aspettando e che lui desidera riabbracciare a ogni costo. Ispirato a una storia familiare, "La strada giovane" è il primo romanzo di Antonio Albanese, che rivela un talento per la narrazione tesa, a tratti drammatica, venata di tenerezza. Nino è un protagonista struggente e vero, di cui è impossibile non innamorarsi.

Il circolo delle donne di Manhattan

Il circolo delle donne di Manhattan

New York 1902. Quando a Florence Jaffray “Daisy” Harriman, esponente dell'alta società della Gilded Age, viene negato il pernottamento al Waldorf Hotel perché priva di accompagnatore, la giovane decide che le cose devono cambiare una volta per tutte. Nasce così il progetto del Colony Club, il primo circolo femminile di Manhattan, uno spazio dove le donne possono riunirsi, discutere nuove idee e far sentire la propria voce. Elsie de Wolfe, attrice molto nota, ha senso estetico e occhio per l'arredamento, ma la sua carriera è in stallo. Così, quando Stanford White – l'architetto ingaggiato per progettare la sede del club – le chiede di occuparsi degli interni, Elsie vede in questa opportunità l'occasione per contribuire a una causa importante. Nora Bromley, cresciuta nelle zone più popolari della Lower East Side, è determinata a diventare architetta, nonostante l'ostilità e i continui sabotaggi da parte dei colleghi uomini. Quando White, il suo capo, le propone di lavorare come assistente di Elsie (un'attrice!), lei si sente in parte svalutata, ma accetta di partecipare al progetto del Colony. Daisy, Elsie e Nora sono diversissime tra loro ma hanno un obiettivo comune: rivendicare il proprio posto in un mondo fortemente dominato dagli uomini. E il Colony Club sarà per loro e per molte altre un punto di riferimento per la lotta contro le discriminazioni, gli stereotipi e i pregiudizi in nome della libertà, dell'emancipazione e dei diritti civili.

Il lato oscuro dei social network

Il lato oscuro dei social network

Con la nascita dei social network, che hanno trasformato la visibilità in una competizione continua, il confine tra pubblico e privato si è assottigliato, e siamo finiti in un sistema che premia il contenuto più estremo, amplifica le emozioni più forti e ci spinge a condividere sempre di più, sempre più in fretta. Dietro quegli schermi luminosi che catturano la nostra attenzione si nasconde un fondale oscuro, ansioso di inghiottirci. Non è informazione, ma manipolazione. Non è libertà, ma seduzione e assoggettamento. Questo libro è la confessione di una professionista della comunicazione digitale che ha visto da vicino come funziona il gioco, e vuole svelarne i meccanismi nascosti. È anche un viaggio nella cruda realtà dei social network per ripensare il nostro rapporto con essi, per immaginare insieme un futuro in cui la tecnologia sia al servizio delle persone e non del marketing o di interessi inconfessabili. Casi esemplari mostrano con chiarezza la distorsione di questo sistema: dalla sovraesposizione mediatica dei bambini Ferragnez a Ruby Franke, star dei family vlogging condannata per maltrattamenti sui suoi bambini, fino a MrBeast, un mercante di emozioni diventato miliardario grazie a un intrattenimento costruito sulla beneficenza. E poi ci sono genitori che trasformano i figli in star per trarne popolarità e profitto, i malati che tramutano la sofferenza in trend, i pedopornografi che sfruttano immagini nate per tutt'altri scopi, e i tecnocrati capaci di influenzare le decisioni politiche globali con il loro potere digitale. Se non ci opponiamo, non siamo solo vittime, ma complici. È ora di costruire, insieme, la lotta per la liberazione dai social.

Risolviamo omicidi

Risolviamo omicidi

Tutte le famiglie attirano guai, ogni famiglia li attira a modo suo. Amy Wheeler e suo suocero Steve non fanno eccezione. Lei per i guai è una vera e propria calamita, e di certo non l’aiuta il lavoro alla Maximum Impact Solutions, agenzia specializzata nella protezione di persone famose. Stavolta Amy si trova su un’isola privata al largo della Carolina del Sud per garantire l’incolumità dell’irriverente e ricchissima scrittrice Rosie D’Antonio, minacciata da un magnate russo a cui non è piaciuto riconoscersi in un personaggio del suo ultimo romanzo. Non sembrano esserci grane in vista fino a quando, a bordo di uno yacht vicino all’isola, viene ritrovato il cadavere di un noto influencer. È stato assassinato, e Amy non resiste alla tentazione di ficcare il naso: scopre subito che la vittima era sotto la tutela della Maximum Impact e che ci sono state altre morti sospette tra i clienti dell’agenzia. Mentre lei si interroga sulle inquietanti “coincidenze”, qualcuno tenta di incastrarla e qualcun altro di ucciderla. A questo punto Rosie convince la bodyguard a riparare sulla terraferma. Dovendo al tempo stesso indagare e guardarsi le spalle, Amy decide di chiedere aiuto all’unica persona di cui adesso può fidarsi: il suocero Steve, ex poliziotto ritiratosi in un paesino tra i boschi della New Forest in compagnia del suo gatto. Seppur controvoglia, Steve salirà sul jet privato di Rosie e raggiungerà le due donne per affiancarle in una caccia al colpevole – e una fuga da chi attenta alle loro vite – che li trascinerà in un adrenalinico vortice pieno di colpi di scena. Dopo il successo del "Club dei delitti del giovedì", sempre armato del suo inconfondibile humour e della sua ingegnosità narrativa, Richard Osman torna, per Feltrinelli, con un’avvincente storia di intrighi capace di intrattenere e far sorridere, come nelle migliori commedie degli equivoci.

Promettimi che non moriremo

Promettimi che non moriremo

Quando suo padre torna a casa dalla guerra, nel 1918, Caterina non lo riconosce. È sporco, magro e ha gli occhi spenti: a cinque anni Nina per la prima volta sente di avere paura della morte. Sa già cosa comporta nascere sulle montagne venete, in una contrada di poche case dove vita vuole dire lavoro nei pascoli e fatica nei boschi. Il giorno in cui Mario, il compagno di giochi nei fienili e di corse tra i campi, parte per Milano dove lo aspettano la scuola, vestiti sempre bianchi e un futuro migliore, Caterina inizia a desiderare un'esistenza diversa. Passa le ore sui pochi libri che trova, impara il mestiere di sarta per poter fuggire da casa e inseguire quel qualcosa che la chiama, forse il sogno di un amore con Mario. Spigolosa, caparbia, ribelle a modo suo, Caterina è una donna di tante rinunce e piccole soddisfazioni, che ha lavorato ostinatamente per una vita migliore, consumandosi le mani e la giovinezza: uno di quei personaggi che abbiamo incontrato nei racconti di famiglia. Con lei seguiamo la storia del secolo scorso da una prospettiva inedita, nella provincia veneta che muta mentre Nina resta attaccata ai propri antichi desideri. E Mario è l'ossessione di un sentimento totale, un fantasma da rincorrere nei decenni. Scritto con una lingua che affonda le radici nei classici del Novecento, il romanzo di Mara Carollo - ricostruendo l'intima epopea della sua protagonista - è un'indagine sul desiderio e sulla vita che poteva essere, una lettura densa e coinvolgente per dirci che è vero: rincorriamo illusioni e passioni spesso impossibili, ma che pure valgono il viaggio.

La distanza che cura

La distanza che cura

Quanto pesa la famiglia nelle scelte che compiamo? Fino a che punto le aspettative dei genitori influenzano la nostra realizzazione personale, economica e affettiva? E, soprattutto, come possiamo inseguire i nostri desideri senza tradire le nostre radici? Ci sono legami invisibili che spesso ci trattengono, aspettative che non ci appartengono, paure che non sono davvero nostre. Diventare adulti significa imparare a riconoscerli e, quando necessario, a prenderne le distanze. Ma come si fa senza provare sensi di colpa? In La distanza che cura, la dottoressa Valeria Locati, psicologa e psicoterapeuta della coppia e della famiglia, affronta con lucidità e delicatezza il tema dell'indipendenza emotiva dai genitori e dai condizionamenti familiari, una sfida cruciale per i giovani di oggi alle prese con il difficile equilibrio tra autonomia e appartenenza. Con uno sguardo attento ai Millennial e alla Generazione Z, l'autrice ci invita a riflettere su tre pilastri fondamentali della vita adulta - la scelta del partner, l'indipendenza economica e la realizzazione professionale - mostrandoci come la famiglia, con le proprie dinamiche interne e i miti narrati e tramandati di generazione in generazione, spesso diventi una gabbia che ci impedisce di evolvere. E, attraverso racconti tratti dall'esperienza clinica e dalla narrativa, ci accompagna in un percorso di consapevolezza e riposizionamento, insegnandoci a riconoscere i legami che ci condizionano e a ripensarli senza subirli. "Ci si svincola creando confini, limiti, definizioni, regole chiare, non barriere o assenze. È la distanza che cura, non lo strappo, non il rimanere, non il soccombere": la "giusta distanza" per allontanarsi e poi ritornare con una nuova consapevolezza di sé e del proprio posto nel mondo.

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